Grazie a delle foto ritrovate in un vecchio album fotografico, ho deciso di approfondire il tema del Corpo di spedizione Britannico in Italia. Lo stesso corpo che nella seconda guerra mondiale non ebbe fortuna, ritrovatosi ad evacuare a Dunkerque nel 1940.
La presenza Britannica in Italia nella Grande Guerra è ancora un argomento sconosciuto ai più. Fin da studenti l’immaginario comune della Triplice alleanza è quasi meramente convogliata nell’immagine di un aiuto economico reciproco durante la guerra. Effettivamente si può affermare che nei primi anni di guerra l’ Italia combatté da sola, ma le cose cambiarono all’ indomani della disfatta di Caporetto.
Cercheremo quindi insieme di avere un quadro generale sia militare sia di convivenza civile sulla presenza dei Britannici nel territorio Vicentino.
LA SITUAZIONE MILITARE ITALIANA E LA RICHIESTA DI AIUTO – 1917
Il 1917 fu sicuramente un anno importante per il conflitto. Entrarono in guerra gli Stati Uniti dando così un grande impulso all’ economia già molto provata dalla guerra. Usciva tuttavia l’Impero Russo dalla guerra grazie alla rivoluzione interna che comportò lo spostamento delle truppe austro-tedesche dal confine orientale alle zone di guerra di Francia e Italia.
Fu soprattutto questo grande rinforzo proveniente dall’ ex campo di battaglia russo che provocò non pochi incubi alle cancellerie europee.
In uno pericoloso “stallo “militare (in Francia numerose offensive erano state tentate dagli anglo-francesi avendo scarsi risultati ed enormi perdite), in quasi tutti i fronti, l’ Italia appariva veramente stanca e fragile. Complice il disastroso modo di operare del Generale Italiano Cadorna, con la 12 battaglia dell’Isonzo, cadde Caporetto.
La disfatta di Caporetto comportò il ripiegamento generale senza ordini di tutte le armate italiane. Armate che allo sbaraglio senza ordini e viveri si ritrovarono a resistere nell’ ultima difesa possibile: Il Piave. L’ Italia quindi si trovava in difficoltà e si cominciava a pensare ad una sconfitta Italiana. Fu proprio in questa situazione che grazie alle conferenze di Rapallo e Peschiera a Novembre 1917, si decise di aiutare l’alleato Italiano mandando contingenti Franco-Inglesi. Da sottolineare che già dal 1 Aprile 1918 erano presenti 4 squadroni della RAF (aviazione britannica), che operavano negli aerodromi delle provincie di Padova, Vicenza, e Treviso.
Il Corpo di spedizione Britannico sarebbe stato compostò così delle divisioni del, 7, 23, 41, e 48 provenienti dal fronte occidentale (Somme, Passchenele ec..).
Il comando di tutte le truppe Inglesi venne così affidato a Lord Cavan che insediatosi nei primi mesi del 1918 a Villa Godi Valmarana (Malinverni) a Lonedo di Lugo Vicentino, poteva così contare su oltre 40.000 uomini.
BRITANNICI SULL’ ALTOPIANO DEI SETTE COMUNI
Ai primi mesi del 1918, le forze britanniche in Italia sono completamente rifornite di armi, munizioni, servizi logistici, ambulanze ecc. per combattere sul fronte Italiano.
Prima di intervenire a Marzo, vista la situazione instabile e la probabile offensiva sul fronte occidentale, vennero rimandate in Francia alcune divisioni: rimanevano così in Italia la 7, 23 e 48 divisione britannica.
Le divisioni inglesi vennero prontamente schierate anche sull’ Altopiano di Asiago nel settore centro-occidentale al di fianco delle truppe francesi. Istituendo i comandi divisionali a Granezza e a monte Carriola, in pianura a Trissino. Anche per l’aviazione Inglese vi fu un ridimensionamento dovuto alle operazioni in Francia, lasciando così in Italia 3 squadroni: Il comando fu messo a Sarcedo e gli aviatori britannici iniziarono così ad operare nei campi di Cittadella, Grossa e Villaverla.
Così scrisse il Maggiore E.H. Hody della 23 divisione britannica in procinto di arrivare nel bel paese:
Dalle Fiandre all’ Italia, che contrasto! Da un paese di fanghiglia e melma, con un cielo cupo, umidità continua, pioggia, e depressione, a una terra di caldo, di sole, di cieli blu. Da baracche improvvisate fatte di fusti di benzina e di materiali vari di scarto con vista a nord a Sud a est di file di cavalli impantanati e di depositi di munizioni a una luminosa villa italiana, ricoperta di rampicanti e di allegri fiori …
….
…
Così immaginavamo! Davamo tutti il benvenuto a qualsiasi cosa pur di cambiare, perché delle Fiandre non ne potevamo più.
Maggiore E.H. Hody
Come biasimarli. Quel pantano che faceva marcire macchine e uomini era ormai diventato la normalità. Possiamo immaginare in primo momento la felicità di andare in Italia, tuttavia nonostante le belle ville e i bellissimi scorci che l’altopiano di Asiago sapeva offrire, presto si accorsero che freddo, trincee e numerosi altri problemi erano comunque presenti nel “bel paese”.
Lo schieramento inglese sull’Altopiano di Asiago
Prima della battaglia del solstizio (15 Giugno 1918), le truppe britanniche vennero schierate nel settore tra Asiago e Canove in appoggio alle stremate truppe italiane.
Il settore inglese nell’ altopiano era lungo circa 3KM con una profondità di circa 4. La linea di riserva inglese correva tra le cime di Monte Mazze, Cima del Porco e Cima di Fonte. Il settore inglese comprendeva anche la Valle di Granezza , con la strada che porta verso Asiago ed aveva diversi punti chiave: il comando divisionale, il comando della brigata di riserva, il comando servizi trasporti, croce rossa… ecc.
Dunque, antecedermene alla battaglia del solstizio, le posizioni del 23 e 48 divisione britanniche passavano sulla dorsale del Ghelpach – Monte Pau – Cima fonte – Monte Corno. I battaglioni di riserva e appoggio erano invece schierati nella zona di Monte Pau – Cavalletto, Camisino (Caltrano) e Lugo Vicentino.
Di notevole importanza come zona logistica e strategica in caso di sfondamento (avvenuto il 15 Giugno 1918), era la zona di Cesuna. Il Monte Lemerle con i suoi fittissimi boschi al di sopra di Cesuna e la zona circostante, furono disseminati di trincee trasversali e ricoveri. A Handley Cross (Bivio Boscon) e nella zona di Magna Boschi, vi era un importantissimo centro logistico dove erano presenti la cucina da campo, Ospedale da campo avanzato, centro raccolta ambulanze e numerosi altri baraccamenti.
A Marzo 1918 anche l’artiglieria pesante britannica si spostò dal Montello all’ Altopiano di Asiago dove, grazie anche all’ aviazione Inglese, riusciva a controllare e a scoprire le batterie di cannoni nemiche. Tra i modi per osservare il nemico, vi era l’uso di palloni aerostatici inglesi che, dal margine dell’altopiano, si alzavano in volo.
Il Settore anglo-francese era di notevole importanza. Le truppe austro-tedesche conquistando il Lemerle e retrovie avrebbero, con pochi km di conquista, potuto scendere in pianura.
Di questa paura ne parla Hugh Dalton:
Pur forti dal punto di vista difensivo, questo settore era importante e poteva diventare critico in qualsiasi momento….
Hugh Dalton
Un ulteriore avanzata del nemico, anche di poche miglia, avrebbe portato gli Austriaci sul bordo meridionale delle montagne con la pianura di sotto in piena vista, capovolgendo interamente la situazione”
VITA DI RETOVIA – La convivenza con i soldati inglesi
Il Grande ammassamento di truppe inglesi nell’ altopiano portò in pianura non solo i comandi divisionali, bensì un enorme apparato di rifornimenti, ospedali da campo, centri telefonici ecc. In molti paesi vicentini arrivò dunque il soldato d’ oltre Manica. La popolazione fu fin da subito sbalordita a vedere queste grandi file di cavalli inglesi o semplicemente uomini che portavano la gonna (Il kilt).
Tra i vari soldati arrivati nel Vicentino non possiamo non ricordare il Principe di Galles (Poi re) Edoardo 8, che con le sue passeggiate con le contadine dei dintorni di Villa Godi di Lonedo, o presso i reparti britannici a Caltrano, sicuramente non passò inosservato.
Anche l’aviazione britannica diventò sempre più importante nella supremazia aerea alleata sul fronte. In particolare negli avio campi situati a Grossa, San Pietro in Gù, Sarcedo e Villaverla, operarono gli “sqadrons” del 28, 34, 42, 45, e 66 equipaggiati con i Sopwith Camel e i RE8.
Con piloti come William Barker (oltre 50 abbattimenti), non era difficile immaginare quanto soprattutto per la zona vicentina, l’alleato inglese era ben visto e apprezzato per l’aiuto allo sforzo bellico.
Le ragazze vicentine sognavano spesso il loro principe azzurro inglese, basti pensare alle numerose volte che andavano a far la “corte” o a spiare i britannici lavarsi nelle rogge o nei fiumi.
Si può dire che dove vi erano inglesi, la popolazione si dette molto da fare per aiutarli e rendere più amichevole la permanenza. Tanto è, che nei numerosi ricordi dei soldati inglesi, spesso si sottolineano i regali culinari che la popolazione a loro offriva. Anche l’eccedere con l’alcool da parte delle truppe inglesi, è ricordato dal Parroco dell’epoca di Salcedo. Difatti, nelle sue memorie, riportò il ricordo di alcuni militari che in preda alle balie dell’alcool decisero di attraversare l’astico durante la Brentana. Decisione che fu loro fatale.
A proposito della buona amicizia con la popolazione ne parla Lord Cavan il 14 Settembre 1918:
Gli abitanti di questa bellissima regione dimostrano sempre il massimo spirito di ospitalità verso le nostre truppe. E non mi giunse mai nessuna seria lagnanza per danni alla proprietà o per atti di inciviltà da parte di soldati o di borghesi
Lord Cavan
Nel tempo libero i soldati britannici frequentavano i negozi della zona, bar e osterie. Non mancava tuttavia lo sport, dal calcio alla polo.
LA BATTAGLIA DEL SOLSTIZIO – 1918
Focus della battaglia nel settore Inglese (zona di Cesuna)
Nel Giugno 1918 l’Impero Asburgico decise di tentare l’ultima grande offensiva per eliminare il traditore italiano: chiamata operazione Radetzky (battaglia del solstizio). L’ operazione venne sferrata il su tutto il fronte: dall’ Altopiano di Asiago al Piave.
Il 15 Giugno 1918 iniziò l’offensiva, di prima mattina con un pesante bombardamento a cui risposero le artiglierie alleate. Nella zona inglese il bombardamento durò circa 4 ore mettendo fuori uso tutte le linee telefoniche, postazioni di artiglieria ed esplose anche un deposito di munizioni.
Alle 7:30 di mattina iniziò l’attacco con le truppe del 3 e 6 corpo d’ armata austro-ungarico, gli attaccanti si portarono così davanti alle trincee con lanciafiamme e mitragliatrici.
Il comando austro-ungarico si concentrò soprattutto nella zona di Cesuna e nella zona dei Tre Monti. A difesa della zona di Cesuna come già accennato c’era il 14 corpo d’ armata Britannico, mentre nella zona dei Tre Monti difeso dalla 14 e 28 divisione italiana.
L’ offensiva riuscì a penetrare soprattutto nella zona di Cesuna. I reparti del 3 corpo d’ armata austro-ungarico sfondarono in più punti le difese della 48 divisione britannica avanzando per 2km. Il combattimento fu accanito e in più settori fu a uomo a uomo
Come già accennato la situazione, soprattutto nel Lemerle, Cesuna, Maga Boschi, Granezza era assai complicata e la tenuta dell’intero fronte dipendeva in quella mattina del 15 Giugno 1918 dalla difesa dei Tre Monti a oriente e dal Monte Lemerle a Occidente.
Con il grave pericolo che il settore potesse cadere in mano nemica, vennero chiamate in aiuto le riserve della 7 divisione britannica e alcuni reparti della brigata “Casale”, che, senza paura, contrattaccarono più e più volte riuscendo il giorno successivo (16 Giugno 1918) a riconquistare l’intera linea.
Le perdite della 48 divisione britannica ammontarono a 922 uomini, dei quali 206 artiglieri.
CIMITERI BRITANNICI NEL VICENTINO
Moltissimi diedero la vita in terra straniera, a prova di ciò sono i numerosi cimiteri presenti nella provincia di Vicenza.
I cimiteri britannici presenti nel vicentino:
- Barenthal military cemetery – (116 caduti)
- Boscon military cemetery – (154 caduti)
- Magnaboschi military cemetery – (180 caduti)
- Granezza military cemetery – (139 caduti)
- Cavaletto military cemetery – (100 caduti)
- Dueville communal cemetery extension ( 134 caduti)
- Montecchio Precalcino communal cemetery extension (439 caduti)
- Sandrigo communal cemetery – (2 caduti)
- Montecchio Maggiore comunal cemetery – (2 caduti)
Totale caduti identificati sepolti nella provincia di vicenza: 1266
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Fonti:
- “Grande Guerra: Britannici sull’ Altopiano di Asiago” di Andrea Vollman e Francesco Brazzale
- “Vicenza nella Grande Guerra” di De Mori
- “Guerra sull’Altopiano” di Vittorio Corà e Mauro Passarin
Foto miniatura: Foto proveniente dell’ album fotografico di Antonio Paccanaro.
Foto copertina: Matteo Galvanin
Le seguenti due preziosissime foto furono scattate a Breganze nel 1917. I soldati inglesi vengono immortalati in un momento di riposo dopo aver giocato a football.